Posted by on 13/04/2018

In una delle opere più importanti di Fritz Perls, fondatore della psicoterapia della Gestalt, chiamata “La terapia Gestaltica parola per parola”, l’autore si sofferma sul rancore che definisce come una delle esperienze inespresse più frequenti. Tutti, nel corso della nostra vita, abbiamo sperimentato questa emozione, quella sensazione di rabbia che ci tiene legati a una determinata persona o situazione. Citando Perls:

“Tutto quello che non è espresso, ma vuole essere espresso, può farci sentire a disagio. E una delle esperienze inespresse più frequenti è il rancore. Il rancore è la situazione inespressa par excellence. Se ce l’avete con qualcuno, siete bloccati. Non potete andare avanti e tirarlo fuori, esprimere la rabbia che avete dentro, cambiare il mondo in modo da ottenere soddisfazione, e nemmeno potete lasciar perdere e scordare quello che vi disturba, qualunque cosa sia. Il rancore è l’equivalente psicologico del morso che non lascia la presa… della mascella irrigidita.”

Ancora una volta restiamo imprigionati da situazioni del passato, restando con una fortissima sensazione di rabbia e impotenza. Se non siamo in grado di lasciare la presa non abbiamo modo di masticare, di digerire o di scegliere di rifiutare il tutto. Restiamo quindi così, con la mascella serrata intorno a quella persona/situazione, rinunciando alla possibilità di trovare nutrimento in altro.

Il lavoro di terapia gestaltica prevede quindi la possibilità di rintracciare e di esprimere il rancore per mollare finalmente la presa. Talvolta non è un lavoro semplice poiché spesso il rancore è indirizzato a persone molto importanti della nostra vita come ad esempio i genitori. In quel caso quindi il rancore può trasformarsi in senso di colpa: “provo rancore o rabbia verso chi mi ha dato così tanto, sono una brutta persona.” 
Il senso di colpa può poi facilmente trasformarsi in ansia o vissuti depressivi: “se sono così una brutta persona è giusto che venga punito / non merito di stare al mondo / sono sbagliato etc”.
L’obiettivo sarà quindi da un lato quello di darsi il permesso di esprimere il rancore, dall’altro di trasformare il rancore in richieste precise. Soltanto attraverso l’esplicitazione e l’espressione di queste richieste sarà possibile liberare l’energia bloccata.

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