L’approccio Umanistico – Esistenziale

“In ogni organismo, uomo compreso, c’è un flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle sue possibilità intrinseche, una tendenza naturale alla crescita”, (Carl Rogers)

Uno degli approcci utilizzati in psicologia è quello umanistico-esistenziale. Questa teoria fa riferimento alle teorie filosofiche dell’umanesimo e dell’esistenzialismo in cui la persona si ritrova al centro della terapia. Uno dei principali teorici cui fa riferimento questa scuola è Carl Rogers, psicologo statunitense e autore del libro “La terapia centrata sul cliente”, pubblicato nel 1951.

Da una parte la psicologia umanistica degli Stati Uniti e dall’altro quella esistenzialista dall’Europa crearono un nuovo approccio, una terza forza che si distanziava dalla psicoanalisi freudiana e dal comportamentismo di Watson che, a sua volta, fu il punto di incontro di altre teorie psicologiche dell’epoca (gestalt, bioenergetica, analisi transazionale, ecc.).

La caratteristica principale della psicologia umanistico-esistenziale è proprio quella di mettere al centro l’essere umano che, rispetto alle teorie precedenti, non è in balia delle forze esterne e interne ma è invece consapevole delle sue scelte e responsabile della sua esistenza. Ogni persona vive una propria esperienza unica e può sviluppare le proprie potenzialità attraverso l’accettazione dei propri limiti interni e quelli provenienti dall’esterno. Secondo Carl Rogers, infatti:

“Gli individui hanno in se stessi ampie risorse per auto-comprendersi e per modificare il loro concetto di sé, gli atteggiamenti di base e gli orientamenti comportamentali. Queste risorse possono emergere quando può essere fornito un clima definibile di atteggiamenti psicologici facilitanti”.

Secondo l’approccio umanistico-esistenziale, i disturbi psicologici si presentano quando si crea un blocco nell’adattamento dell’individuo, bloccando, a sua volta, il percorso di crescita dell’individuo. Il terapeuta specializzato nell’approccio umanistico-esistenziale, dunque, si concentra sulla persona attraverso un approccio non giudicante che considera il paziente nella sua totalità. Le azioni dell’uomo, infatti, non sono più il risultato degli istinti, quanto della sua volontà di autorealizzarsi, di conoscere e di esprimersi. Durante la terapia, dunque, è necessario conoscere il proprio paziente per cercare di eliminare gli ostacoli che si frappongono fra lui, la sua crescita personale e il suo adattamento.
Il terapeuta dovrà soprattutto ascoltare e provare a comprendere, senza cercare di analizzare. Rispetto ad altre teorie, inoltre, il paziente è una parte estremamente attiva nel processo di ripresa e di riadattamento.

Fonte: https://www.guidapsicologi.it/articoli/lapproccio-umanistico-esistenziale

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