Posted by on 10/04/2018

 

Nella mia pratica clinica spesso incontro persone che riportano una sensazione di blocco, di stasi, come se il tempo si fosse fermato. Sprecano tantissime energie nel tentativo di tenere a bada pensieri, emozioni e sensazioni che non sono riconducibili al presente e che sembrano non avere senso. Il risultato è che non riescono a vivere il presente che diventa sempre più sbiadito e privo di senso fino a sfociare in veri e propri vissuti depressivi. Altre volte alcune situazioni del presente risvegliano emozioni latenti che spesso spaventano e attivano meccanismi di difesa molto rigidi ed altamente invalidanti. Tali episodi sono spesso riconducibili a vere e proprie irruzioni del passato che invadono completamente il campo e mostrano tutta la loro potenza. Si tratta di interferenze che da un tempo lontano tornano a galla e diventano molto difficili da gestire.
Il lavoro di terapia permette, lentamente, di ridare un senso a tutto questo. La psicoterapia della Gestalt, fondata da Fritz Perls, ci permette di comprendere meglio tali irruzioni. In questo modello terapeutico si parla infatti di situazioni incompiute, ovvero di esperienze che, non essendo state adeguatamente elaborate, si ripresentano ciclicamente all’attenzione, in attesa di una risoluzione definitiva. Quante più situazioni incompiute saranno presenti nella vita di una persona, tanto più questa avrà difficoltà a vivere il presente, a rispondere adeguatamente alle cose che succedono e a manipolare l’ambiente per soddisfare i propri bisogni. In questi casi l’obiettivo della terapia è proprio quello di risalire a tali situazioni incompiute per arrivare lentamente a “digerirle” in modo che possano finalmente retrocedere e lasciare spazio a ciò che sta accadendo nel qui e ora. Solo in questo modo il tempo potrà ritornare a scorrere, si potrà tornare a vivere con intensità il presente, senza le distorsioni del passato.

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